Manovra, bozza della legge di Bilancio 2026: 137 articoli tra taglio Irpef, nuove tasse sugli affitti brevi.
Con il testo ancora in fase di definizione, la bozza della manovra 2026 inizia a delineare il perimetro delle principali scelte economiche del governo. I 137 articoli attualmente in circolazione, come riportato da ANSA e Open, anticipano una legge di Bilancio articolata e meno snella del previsto, segno delle molteplici pressioni ministeriali e dei compromessi politici ancora in atto.
La struttura della manovra conferma alcune scelte già attese: taglio dell’Irpef per il ceto medio, una nuova rottamazione “light” delle cartelle esattoriali e misure fiscali mirate su banche, assicurazioni e affitti brevi. La data del 20 ottobre — termine legale per la presentazione in Parlamento — sembra destinata a slittare, ma il quadro generale delle misure appare già definito nelle sue linee essenziali.

Taglio Irpef e sostegno alle famiglie: chi guadagna cosa
Uno dei pilastri della bozza è l’intervento sull’Irpef, con una riduzione dell’aliquota del secondo scaglione dal 35% al 33%, in favore del ceto medio. Questo intervento, sostenuto da tutta la maggioranza, rappresenta un segnale politico chiaro. Contestualmente, ritorna la rottamazione delle cartelle, con la possibilità di sanare i debiti pendenti con il Fisco, rateizzando in 54 rate bimestrali o pagando in un’unica soluzione entro luglio 2026.
A sostegno della natalità e del lavoro femminile, sono previste misure specifiche: sgravi contributivi per chi assume donne con più di tre figli, incentivi al part-time per genitori e esclusione della prima casa dal calcolo ISEE, con soglie più alte in base al numero dei figli.
Affitti brevi, banche e tagli ai ministeri: dove arrivano le risorse
Una delle novità più discusse è l’innalzamento della cedolare secca al 26% per gli affitti brevi, misura che colpisce soprattutto chi possiede un solo immobile destinato a locazione turistica. Si tratta di un riallineamento fiscale che ha già generato polemiche nei mesi scorsi.
Il grosso delle risorse arriverà però dal contributo delle banche e assicurazioni, tramite l’aumento dell’Irap e lo svincolo volontario delle riserve accumulate negli anni precedenti. Questo pacchetto è stato fortemente voluto dalla premier Giorgia Meloni e potrebbe valere fino a 11 miliardi di euro nel triennio.
Parallelamente, si punta su una spending review mirata: i ministeri, anziché subire un taglio lineare dei fondi “residui”, potranno individuare le voci da ridurre per contribuire all’obiettivo di risparmio fissato a 2 miliardi per il 2026, oltre ai 2,7 già previsti. Diversi ministri — tra cui quelli della Cultura, Università e Infrastrutture — hanno già espresso riserve sul metodo proposto dalla Ragioneria dello Stato.